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Writer's pictureRaoul Precht

Nel mare dei poeti - Erich Fried

In margine al romanzo Il mare dei poeti, da poco uscito per i tipi di Bordeaux, riporto qui, per ognuno dei quattro poeti tedeschi di cui racconto le gesta, la scheda biografica acclusa in appendice al libro e i testi tradotti allora, poi confluiti nella rivista Autobus (nn. 3-4, 1980). Per non far torto a nessuno, procedo in ordine alfabetico. In questa seconda puntata tocca al più celebre dei quattro, Erich Fried.



Erich Fried

(Vienna 6/5/1921 – Baden-Baden 22/11/1988)


Erich Fried

Diciassettenne al momento dell’Anschluβ, Fried, di famiglia ebraica, è preseguitato dai nazisti fin dagli anni del liceo. Quando il padre è assassinato dalla Gestapo, riesce a fuggire a Londra, facendosi poi raggiungere dalla madre e contribuendo a organizzare la fuga dall’Austria di altre settanta persone. Dopo la guerra, lavora per numerose riviste e in qualità di commentatore dei programmi in lingua tedesca della BBC, incarico a cui poi rinuncerà per protesta nei confronti delle posizioni politiche assunte nel 1968 dalla stessa BBC sulla guerra fredda e sul movimento di contestazione giovanile. Autore di vari volumi di poesia, scrive anche un romanzo e traduce in tedesco quasi tutte le opere di Shakespeare. Polemista inflessibile e instancabile, è al centro di numerose controversie politiche. Negli ultimi anni di vita otterrà fra gli altri il Premio Georg Büchner e il Premio di Stato austriaco.



Giardino d’inverno


La tua busta

con i due francobolli gialli e rossi

l’ho interrata

nel vaso da fiori


Voglio innaffiarla

ogni giorno

e veder crescere

le tue lettere


Belle

tristi lettere

comunque lettere

che odorano di te


Avrei dovuto farlo

già molto tempo fa

prima che l’anno

fosse agli sgoccioli



I bravi giardinieri


Che bello

passeggiare nel giardino

la mano nella mano

e innaffiare

e coltivare

il nostro giovane albero


Io allontanto i bruchi dal tronco

tu aggiungi acqua alle radici! –

Come sarebbe verde

se solo

non gliele avessimo troncate

le radici



Riparo


Talvolta presso di te

cerco riparo

riparo da te, da me

dalla rabbia contro di te

dall’impazienza

dalla stanchezza


da questa mia vita

che, come la morte,

si scrolla di dosso ogni speranza


Presso di te

cerco protezione

dalla troppo quieta quiete


Presso di te

cerco

la mia debolezza


dovrà soccorrermi

contro la forza

che non voglio più avere



Litalia tempastiale

(un semi-nonsense)



Ciaolo, ciaolo, mia poterosa guella!

Fuori svischian schizza perfonde.


Fuori sibilan unifarma giassonde,

Tu però sei la mia iuvella.


Tu sei ciò che mi confolla,

E ti sarò sempre fidoso.


Tu sei la mia sola ciuccella,

Il mio tusu, il mio toso.


E quando solo giaccio nel nievoso,

Proprio a te penso, o mia guella.



Il mare dei poeti

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